Museo OGR

Museo OGR: La presidente Saliera strappa alle ferrovie l’impegno a conservarlo a Bologna

Bologna, 25 agosto 2017

Comunicato di AFeVA Emilia Romagna

Museo Officine Grandi Riparazioni di Bologna – il lavoro, l’amianto e la memoria
La Presidenza della Assemblea Legislativa Regionale ne assicura la salvaguardia

Simonetta Saliera con Salvatore Fais ed Andrea Caselli inaugurano la targa per le vittime dell’amianto all’ingresso dell’Assemblea Legislativa Regione ER – 27 aprile 2017

Con un comunicato del 21 agosto (leggi tutto il comunicato .pdf), Simonetta Saliera, Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, informa che è stato raggiunto con le Ferrovie un accordo per evitare il trasferimento lontano da Bologna (Napoli?) dei materiali che costituiscono il piccolo patrimonio del “Museo OGR” oggi collocato nei locali dello stabilimento di Via Casarini.
Si tratta di una importante acquisizione, il cui merito va ascritto alla Presidente Saliera, che ha raccolto l’allarme e la preoccupazione manifestata dai delegati sindacali delle Officine Grandi Riparazioni (oggi OMC ETR Bologna), dall’Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto ER e dall’Associazione Arte Città.
(vedi la richiesta di intervento .pdf)

 

cof

Da qualche mese, Trenitalia aveva provveduto a cambiare la serratura del Museo rendendolo inagibile e predisponendosi a trasferire già dal primo settembre 2017 il materiale lì conservato a Napoli.
Di fronte al pericolo che si volesse cancellare la Memoria di quello che ha rappresentato l’Officina per la città di Bologna – il patrimonio industriale, una storia di professionalità sulla manutenzione dei rotabili ferroviari (l’Università della Manutenzione), dell’impegno dei lavoratori e dei delegati sindacali per la salute, ed infine la tragedia dell’amianto col suo corollario di centinaia di lavoratori deceduti per tumori professionali (dramma tutt’ora in corso) e delle responsabilità di chi che questa tragedia ha causato – non c’è stata alcuna incertezza nell’attivare tutte le istituzioni pubbliche.

OGR: 110 anni ma non li dimostra, acciaio e luce

(vedi la lettera della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna congiuntamente ad AFeVA al Sindaco di Bologna Virginio Merola)
L’iniziativa della Presidente Saliera, (vedi la lettera a Trenitalia) (vedi la lettera al Sindaco Merola) (vedi la lettera ad AFeVA-Delegati OGR-Arte Città) ha prodotto un incontro con Trenitalia dove è stato strappato l’impegno delle Ferrovie ad allestire il Museo OGR presso i locali dell’Assemblea Legislativa.
AFeVA ER ringrazia di cuore la Presidente che col suo intervento ha permesso di salvaguardare un pezzo significativo della nostra storia, e ritiene che questo sia un primo passo, se pur parziale, indispensabile e necessario per evitare il “fatto compiuto” e mantenere viva in città la memoria di quelle vicende che riguardano il passato ma, purtroppo anche il presente di quei lavoratori, delle loro famiglie e di tutta la Città di Bologna.

Le leggere strutture di acciaio che sorreggono il tetto dei vecchi capannoni OGR

AFeVA ER, ricorda inoltre a tutte le istituzioni ed ai cittadini bolognesi, il necessario impegno con gli strumenti amministrativi disponibili, per fare sì che siano salvaguardati anche i monumenti presenti nell’area (monumenti ai ferrovieri caduti a causa dell’occupazione nazi-fascista nel corso della seconda guerra mondiale e sul lavoro), come anche i prodotti artistici realizzati dai ragazzi e ragazze del Progetto ARTECITTA’ e il patrimonio architettonico del vecchio stabilimento, rappresentato dai Capannoni Industriali delle Officine, risalenti al 1908, di indubbio valore storico.
Bologna, 25 agosto 2017

(leggi l’articolo pubblicato su “La Repubblica” del 27 agosto 2017 .jpg) 

 

 

 

 La Storia (come siamo arrivati ad oggi)

Dai primi mesi del 2018 tutti i lavoratori delle Officine Grandi Riparazioni (oggi OMC ETR Bologna) di Trenitalia saranno trasferiti in un’altra struttura produttiva al Lazzaretto e continueranno ad operare nell’ambito della manutenzione del materiale ferroviario sia pur in modo parziale.

Si conclude così una vicenda che ha visto una lunga vertenza sindacale, iniziata nel 2010, che si è intrecciata sia coi processi di riorganizzazione delle Ferrovie dello Stato, relativamente ai progetti della nuova stazione di Bologna e alla realizzazione dell’alta velocità.
Gli accordi sindacali hanno difeso, per quanto possibile,  la continuità produttiva dello stabilimento, evitando la completa dispersione di un grande patrimonio di capacità professionali e tecniche, e ancora oggi continua la mobilitazione del sindacato e dei lavoratori a difesa dell’occupazione dei lavoratori in appalto.

Certamente, si chiude una fase storica e ciò non può che costituire un fatto traumatico per una comunità di lavoratori e per la sua storia.

Una vista dall’alto dei capannoni OGR risalenti al 1908

Una storia cominciata nel 1908 sull’area di via Casarini. (vedi la mappa catastale del 1924)

Le vicende delle OGR hanno attraversato quindi più di un secolo, intrecciandosi con le vicende storiche del paese e della città di Bologna, dando luogo ad una complessa storia che ha sedimentato esperienze originali, di grande valore civile, professionale, sindacale, spesso drammatiche.

I monumenti in OGR: ai caduti sul lavoro e nella Resistenza ai Nazi-fascisti

 

 

La seconda guerra mondiale con il suo portato di distruzione, la resistenza ed il tributo di sangue versato dai ferrovieri, le lotte sindacali dei lavoratori e delle loro rappresentanze che si sono misurate con i temi del controllo operaio, della solidarietà tra lavoratori, della difesa della qualità del lavoro e della salute, pensiamo al dramma rappresentato dall’amianto, una strage per la quale centinaia di lavoratori si sono ammalati e sono stati uccisi. Un dramma che continua anche oggi e del quale non si vede ancora la fine.

(vedi la documentazione sulla battaglia per la salute in OGR)

(vedi l’indagine epidemiologica sulle Officine Grandi Riparazioni di Bologna realizzata dalla AUSL BO)

Salvatore Fais racconta il Museo OGR ad un gruppo di giovani studenti

Qualche mese fa, vicini al compimento di questo processo, la direzione aziendale di Trenitalia, ha fatto cambiare la serratura della porta del Museo OGR (dove sono conservati manufatti e testimonianze del lavoro e della sua cultura), rendendone impossibile l’accesso  ai lavoratori, ai delegati ed al curatore degli stessi, e ipotizzandone il trasferimento fuori dalla Città di Bologna.

Da qui lo sviluppo della iniziativa che come riportato dal comunicato qui sopra ha visto un primo successo con la tutela di quello che consideriamo il primo nucleo di un Museo della Memoria dell’OGR.