Bologna, 21 aprile 2022
Un vaccino per l’amianto?
Un appello di ricercatori, epidemiologi, igienisti e medici del lavoro,ingegneri, Tecnici della prevenzione e scienziati.
Giornalmente arrivano richieste di informazione ai servizi di Sanità Pubblica, ai Comuni e alle ARPA da parte di cittadini che, preoccupati, chiedono chiarimenti del tipo:
“Davanti a casa mia c’è un capannone con il tetto in amianto….. sulla scuola di mio figlio c’è una tettoia di amianto, e pure il tetto della palestra….. in soffitta ho un serbatoio dell’acqua in amianto….. Ci sono rischi per la nostra salute?
Ma cosa aspettate a farli togliere se l’amianto è un noto un cancerogeno?
Questi cittadini sono preoccupati soprattutto perché non comprendono chiaramente i rischi a cui sono eventualmente esposti e si chiedono perchè questi materiali non vengano rimossi.
A queste domande si deve rispondere attraverso dettagli tecnici e normativi:
quello che viene chiamato amianto, in realtà, lo è solo per una piccola porzione, poco più del 10 %, il resto è cemento e per questo motivo è molto piùcorr etto chiamarlo Cemento Amianto.
Le fibre sono saldamente inglobate alla matrice cementizia e si liberano solo se il cemento amianto è danneggiato, con mezzi meccanici (trapani, mole) tanto da polverizzarlo.
L’amianto in Italia è stato messo al bando 30 anni fa, ma non esiste alcuna norma che ne indichi l’obbligo alla rimozione, salvo eventuali ordinanze del Sindaco ai relativi proprietari nel caso di precise verifiche.
I giornali e la televisione spesso trattano questo argomento in maniera sensazionalistica, senza fare alcuna distinzione tra il pericolo ed il rischio. I due sono concetti completamente diversi: l’amianto rappresenta un pericolo perché è un minerale cancerogeno, ma per esplicare il suo effetto negativo è necessario che le fibre si disperdano nell’aria e vengano respirate. Il rischio è
quindi rappresentato dall’inquinamento che può sprigionarsi da questi materiali quando vengono polverizzati e questo rischio si può determinare con una adeguata strumentazione che ne misuri la concentrazione. La sola presenza di cemento amianto pertanto, in assenza di qualsiasi tipo di disturbo meccanico, non causa il rilascio di fibre.
I dati ambientali oggi disponibili, anche laddove, ad esempio, la presenza di tetti in cemento amianto è particolarmente diffusa, mostrano quasi sempre concentrazioni molto basse di fibre, se non addirittura a livelli molto prossimi allo zero.
Aldilà dell’assenza di una specifica legge che imponga la rimozione del cemento amianto, il principale problema del nostro paese è che non sappiamo dove mettere i relativi rifiuti ed è anche per questo motivo per cui, a 30 anni dalla legge di messa al bando, non abbiamo una normativa che ne imponga la rimozione.
Conosciamo però molto bene il percorso per come trattare questi materiali, dalla rimozione alla definitiva messa a dimora in luogo sicuro. Ad esempio, rimettendo il cemento amianto sotto terra in discarica controllata che, di fatto, risulta essere la soluzione migliore in termini ambientali ed economici. In Italia le discariche disponibili ad accogliere questi rifiuti sono pochissime e concentrate quasi tutte al nord del paese (fonte Ministeriale 2022).
I dati nazionali su questi rifiuti ci parlano di circa 300.000 tonnellate rimosse all’anno, di cui circa 200.000 vengono esportate all’estero a costi esorbitanti e con migliaia di chilometri percorsi dagli automezzi che li trasportano.
Con il ritmo attuale le rimozioni proseguiranno per altri 60/70 anni prima di avere interamente rimosso tutti i materiali contenenti amianto dal nostro territorio nazionale ed è bene sapere che questi materiali vanno incontro, inevitabilmente, ad un degrado.
L’esperienza ci insegna che le discariche che accolgono questi rifiuti non creano danni all’ambiente, i monitoraggi di fibre in aria e nelle acque nei pressi di queste discariche riportano risultati di fibre di amianto aerodisperse prossimi a zero.
Possiamo pertanto affermare, con dati scientifici, che le discariche dedicate a ricevere cemento amianto sono tra quelle considerate più sicure perché non inquinano né l’aria né l’acqua.
Abbiamo un esempio nel nostro paese al quale tutti i cittadini e gli Amministratori locali dovrebbero guardare con interesse e prenderlo come riferimento: La città di Casale Monferrato!
Per circa 80 anni Casale ha ospitato la fabbrica dell’Eternit che ha prodotto migliaia di tonnellate di cemento amianto, per questo oggi nel linguaggio comune questo materiale viene chiamato “Eternit”.
I cittadini di questa città stanno ancora pagando un prezzo molto alto in termini di malattie che hanno colpito chi lavorava in questa azienda, ma non soltanto. L’inquinamento sia dentro che fuori dalla fabbrica era a livelli elevatissimi!
La fabbrica è stata demolita, molti residui di cemento amianto, sono stati sepolti in sicurezza in loco e dove c’era la fabbrica adesso c’è un parco che si chiama Eternot, uno spazio frequentabile e frequentato dai cittadini e dai bambini.
Alle porte della città è nata una discarica che accoglie rifiuti contenenti amianto da tutto il comprensorio ed è gestita dal Comune; i monitoraggi effettuati da ARPA Piemonte testimoniano che l’inquinamento da fibre nell’aria vicino alla discarica è pari a zero.
Non vi sono motivi tecnico-scientifici per non seguire l’esempio di Casale, un Comune che si sta liberando della presenza dell’amianto, grazie anche all’esistenza di questa discarica.
Purtroppo la maggior parte degli Amministratori Pubblici, pur conoscendo l’utilità pubblica e la nobiltà di tali interventi, si oppongono alla creazione di discariche nei territori da loro amministrati, perché in gran parte sono scelte scomode e impopolari (opposizioni consigliari, interpellanze, gruppi di protesta, articoli sui giornali,….).
Il titolo di questo intervento parla di un vaccino contro l’amianto….. Ebbene un vaccino contro l’amianto non esiste e mai potrà essere sviluppato, eventualmente potranno perfezionarsi le cure per le malattie che l’amianto ha causato.
Tuttavia conosciamo molto bene ed abbiamo a disposizione la profilassi, ovvero la prevenzione, cioè tutti i provvedimenti indicati dalle norme che si devono adottare per preservare la salute della popolazione e dei lavoratori dal pericolo amianto.
E’ bene ricordare che lo Stato, attraverso le strutture di Sanità Pubblica ed Ambiente, da più di 30 anni investono in risorse umane ed economiche per tenere sotto controllo questo pericolo, attuando in concreto programmi di prevenzione che stanno già dando il loro frutti.
Rivolgiamo pertanto un appello allo Stato, ai Ministeri competenti, alle Regioni, agli Amministratori Pubblici affinché si giunga ad emanare una legge che preveda la creazione di un numero sufficiente di discariche in ogni regione che possa accogliere questi rifiuti e accelerare così il processo di “fuoriuscita dall’amianto”, togliendo, una volta per tutte, questo “ostacolo” che non consente di bonificare scuole, ospedali, impianti sportivi, centri
commerciali e ricreativi, capannoni industriali e agricoli ed abitazioni civili che oggi, anche grazie a provvedimenti governativi, possono usufruire di benefici fiscali.
Hanno aderito
Francesco Albrizio Chimico libero professionista
Mariano Alessi – Ministero salute DG Prevenzione Roma
Diego Alhaique Già direttore di « 2087 » rivista degli Rls.
Alessia Angelini Istituto per lo Studio la Prevenzione e la Rete Oncologica –
Firenze
Giuliano Angotzi, medico del lavoro, già direttore del Dipartimento di
Prevenzione della USL Viareggio
Eugenio Ariano già Responsabile del dipartimento della Prevenzione ASL di
Lodi
Antonio Aloe già’ Tecnico della Prevenzione – Servizio Pisal Crotone
Renato Balduzzi professore ordinario di diritto costituzionale e diritto pubblico
comparato Università Cattolica del Sacro Cuore. Già Ministro della Salute
Governo Monti
Loredana Bedini Dirigente Biologo ASL Viterbo – Centro di Riferimento
Regionale Amianto
Donata Bellis Già dirigente medico alta professionalità Anatomia Patologica
presso ASL di Biella
Laura Bodini medico del lavoro già ASL Sesto San Giovanni – Monza – Milano
Elena Belluso professore ordinario di Mineralogia ambientale Dipartimento di
Scienze della Terra e Centro Interdipartimentale per lo Studio degli Amianti e di
altri Particolati Nocivi “Giovanni Scansetti” Università degli Studi di Torino
Federico Brizi Tecnologo Inail Consulenza Tecnica per L’Edilizia Settore V –
Sicurezza sul Lavoro
Biagio Maria Bruni CTER Istituto Superiore di Sanità
Ennio Cadum Direttore UOC Salute Ambiente e Progetti Innovativi Direttore
Dip.to Igiene e Prevenzione Sanitaria ATS Pavia
Claudio Calabresi medico del lavoro e legale, già U.O. PSAL ASL 3 Genovese e
poi INAIL
Roberto Calisti medico del lavoro Direttore UOC SPreSAL Epi Occ ASUR
MARCHE Civitanova Marche (MC)
Donatella Calligaro Medico del Lavoro S.C. Prevenzione e Sicurezza Ambienti
di Lavoro Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina Friuli Venezia
Giulia
Antonella Campopiano Inail Dipartimento Medicina, Epidemiologia, Igiene del
Lavoro e Ambientale Laboratorio Rischio Agenti Cancerogeni e Mutageni
Susanna Cantoni Medico del lavoro già direttore Dipartimento di Prevenzione
ASL/ATS Milano
Fabio Capacci Medico del Lavoro già Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza
nei Luoghi di Lavoro –ASL Toscana Centro
Angelo Carai Direttore f.f. U.O.C. Centro di Riferimento Regionale Amianto
(CRRA) Lazio, Dipartimento di Prevenzione, AUSL Viterbo
Francesco Carnevale, medico del lavoro, già responsabile del Servizio di
prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della US:-ASL di Firenze
Silvia Castellacci- Tecnico della Prevenzione-AUSL Toscana Centro
Annarita Chiarelli Dirigente medico Azienda Ospedaliero-Universitaria
Careggi-Firenze
Cesare Ciapini Medico del Lavoro già direttore Unità Funzionale Complessa
Prevenzione Igiene e Sicurezza Luoghi di Lavoro – zone Pistoia Azienda USL
Toscana Centro
Fulvio Cavariani Già direttore del Centro di Riferimento Regionale Amianto
Regione Lazio
Lella Checchi Tecnico della Prevenzione Ambientale già Arpae Emilia Romagna
Servizio Territoriale Modena
Elisabetta Chellini, Medico igienista, Professore a contratto Università di
Firenze, già responsabile COR mesoteliomi Toscano – ISPRO
Pietro Comba già Direttore del Reparto di Epidemiologia Ambientale e Sociale,
Dipartimento Ambiente e Salute, Istituto Superiore di Sanità
Dario Consonni Medico del Lavoro, Epidemiologo Fondazione IRCCS Ca’
Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano
Francesco Di Benedetto Università Degli Studi di Ferrara – Dipartimento di
Fisica e Scienze della Terra
Franco Finazzo Tecnico della Prevenzione Azienda USL Toscana Nord Ovest
Francesco Forastiere già Dipartimento di Epidemiologia, ASL Roma 1
Attualmente Visting Professor, Imperial College, London
Bice Fubini Presidente del Centro Interdipartimentale “G. Scansetti” per lo
studio degli amianti e di altri particolati nocivi, della Università di Torino, già
Direttrice e già docente di Chimica Generale ed Inorganica
Patrizia Garofani Dirigente Biologo UOC PSAL Laboratorio Igiene Industriale –
Centro Regionale Amianto AUSL Umbria 1 Perugia
Renato Giardino Tecnico della Prevenzione Già in servizio c/o SPISAL ASP di
Catanzaro Regione Calabria
Stefano Gini – RSPP ARPAT Toscana
Dante Gioviti Già tecnico della prevenzione presso USL Toscana centro
Andrea Innocenti già Responsabile UF PISLL – USL Toscana Centro (zona
Pistoia)
Antonello Lupi Medico del Lavoro U.O. S.P.S.A.L. ASUR AREA VASTA 5
REGIONE MARCHE
Corrado Magnani già Professore di Statistica Medica e Direttore dell’Unità di
Epidemiologia dei Tumori Università del Piemonte Orientale, Ospedale
Maggiore della Carità e CPO Piemonte, Novara
Giacomo Malvasi Area Tecnica Amianto e Radioattività ARPA Basilicata
Pierpaolo Manzi Tecnico della Prevenzione AUSL Toscana Sud Est Servizio di
Prevenzione e Protezione area Provinciale Grossetana
Achille Marconi, già dirigente di ricerca presso Dipartimento Ambiente e
Connessa Prevenzione Primaria Istituto Superiore di Sanità
Alessandro Marinaccio, INAIL, Responsabile del Laboratorio di Epidemiologia
del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia ed Igiene del Lavoro ed
Ambientale.
Teresa Marras Già Medico del Lavoro SPERSAL Sassari
Daniela Marsili, Reparto di Epidemiologia Ambientale e Sociale, Dipartimento
Ambiente e Salute, Istituto Superiore di Sanità
Stefano Massera, geologo, professionista della Consulenza Tecnica
Accertamento Rischi e Prevenzione della Direzione Generale dell’INAIL
Enzo Merler, già responsabile del Registro regionale veneto dei casi di
mesotelioma, Centro Operativo Regionale (COR) del Registro nazionale dei
Mesoteliomi.
Franco Merletti, epidemiologo. Già direttore dell’Unità di Epidemiologia dei
Tumori dell’Università di Torino, Città della Salute e della Scienza di Torino,
CPO Piemonte
Enrica Migliore Responsabile Centro Operativo Regionale del Registro dei
mesoteliomi maligni del Piemonte, AOU Città della Salute e della Scienza di
Torino – SC Epidemiologia dei Tumori e CPO Piemonte
Lucia Miligi Responsabile COR Toscana – ISPRO Firenze
Maria Valeria Monechi Medico del lavoro già Responsabile U.F. Prevenzione
Igiene Sicurezza Luoghi Lavoro Zona Sud Est ASL 10 di Firenze Regione
Toscana
Roberto Montagnani medico del lavoro e medico legale dell’ente bilaterale del
turismo di Venezia e dell’ente bilaterale del terziario della provincia di Venezia
Elio Munafó Presidente del Comitato amministratore del Fondo per le Vittime
dell’Amianto
Bruno Murer Anatomo Patologo Già Direttore del Dipartimento di Patologia
Clinica Ospedale Dell’Angelo di Venezia-Mestre AULSS 3 Serenissima – Venezia
Alessandro Nemo Medico del Lavoro già Dirigente Medico U.F P.I.S.L.L. presso
AZIENDA USL TOSCANA NORD OVEST
Tiziano Nesi già Tecnico della Prevenzione c/o PISLL della ASL 10 Toscana
Centro
Massimo Nesti già Direttore del Laboratorio di Epidemiologia e Statistica
Sanitaria dell’ISPESL nonché già Coordinatore del Registro Nazionale dei
Mesoteliomi
Carmela Nicita già il Registro Tumori di Ragusa
Federica Paglietti Dipartimento Innovazioni Tecnologiche E Sicurezza Degli
Impianti Prodotti E Insediamenti Antropici Laboratorio VII – Tutela ambientale
del contesto lavorativo e antropico
Donatella Pagni già Tecnico della Prevenzione c/o PISLL – AUSL Toscana
Centro
Venere Leda Mara Pavone Medico del Lavoro già dipendente dell’Azienda USL
di Bologna- Dipartimento di Sanità Pubblica.- Area Prevenzione e sicurezza
ambienti di lavoro
Giuseppe Petrioli già direttore del Dipartimento di Prevenzione Azienda USL10
di Firenze
Giovanni Pianosi Già medico del lavoro ASL di Milano
Maria Presto medico S.Pre.S.A.L. ASL Viterbo
Augusto Quercia, medico del lavoro, Direttore Dipartimento di prevenzione
ASL Viterbo
Paolo Ravalli Direttore Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro –
ASP RAGUSA
Paolo Ricci Già direttore Osservatorio Epidemiologico, Agenzia Tutela della
Salute, Mantova e Cremona
Orietta Sala Igienista Ambientale già ARPAE Emilia Romagna Laboratorio
Amianto
Massimo Selmi già direttore UFC PISLL – zone Pistoia e Valdinievole Azienda
USL Toscana Centro
Stefano Silvestri Igienista del Lavoro Collaboratore Università del Piemonte
Orientale
Anna Benedetta Somigliana – Centro regionale di Microscopia Elettronica –
ARPA Lombardia
Domenica Sottini medico del lavoro già responsabile Unità Operativa
Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (UO PSAL) ATS Brescia
Benedetto Terracini già professore di Epidemiologia dei Tumori e di Statistica
Medica, Università di Torino
Stefano Radames Tolomei già Ingegnere Addetto alla Sicurezza AUSL di
Parma
Mauro Valiani medico del lavoro, già direttore Dipartimento Prevenzione Asl
Empoli
Teresa Vetrugno Medico Del lavoro Già Spp Azienda Usl Sud Est Toscana
Egidio Villella Già dirigente medico c/o Servizio Prevenzione Sicurezza degli
Ambienti di Lavoro dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro.
Finito di compilare il 20 aprile ’22
Favorevole
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