amianto OGR lutto

Gianni Dal Monte – operaio saldatore alle OGR dal 1970 al 1979 – ci ha lasciati: fino all’ultimo con dignità e consapevolezza. Ciao Gianni

Bologna, 27 dicembre 2020

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Nel giorno di Natale se ne è andato Gianni Dal Monte, 83 anni. Operaio saldatore al 5° reparto delle OGR negli anni ’70, nel 2019 la diagnosi di Mesotelioma pleurico contratto per avere respirato le fibre di amianto nel suo lavoro alle Officine, malattia che ne ha causato la morte.

Gianni nella sua vita è stato tante cose: saldatore sopraffino, militante della CGIL e delegato sindacale, sempre e fino all’ultimo impegnato nel sociale, nella costruzione della comunità, impegnato ad apprendere quello che non sapeva, poi ad insegnare ciò che aveva imparato.

Da sempre iscritto ad AFeVA ER, nel novembre 2019 ha partecipato alla realizzazione di una intervista sulla sua esperienza in OGR, nell’ambito del Patto di Collaborazione realizzato col comune di Bologna. Da questa intervista, e lo sanno bene tutti quelli che lo hanno conosciuto, viene fuori la sua schiettezza, il suo rigore a partire dal suo lavoro di saldatore, il rifiuto di qualsiasi atteggiamento vittimistico, il rifiuto della delega e la fiducia e l’impegno nei processi di costruzione collettiva di comunità, dalla fabbrica al quartiere, dal condominio alle attività ricreative.

Dall’intervista video realizzata da Agata Mazzeo – Antropologa dell’università di Bologna.

Sul lavoro di Saldatore: “Io non so se Luciano è ancora al mondo, ma io lo chiamavo Cellini: lui non poteva essere chiamato Mandrake, il mago, perché il mago ero io; e allora lui è arrivato dopo e allora lui si chiamava Cellini, l’orafo.

Quindi… perché, la mia infornata in OGR di saldatori è stata un’infornata che ha dovuto darsi da fare, se voleva – mi spiego meglio: in OGR c’era una squadra di saldatori e poi al quinto reparto, che è quello di cui stiamo parlando…ogni squadra aveva il suo saldatore; allora cosa succedeva, erano abituati che quando c’era una roba da saldare andavano a chiamare uno di quelli là: a me non va bene; sono qui per svolgere quel compito, lo svolgo io.

Allora, se fai questa mossa dietro una mia inefficienza prenderò atto; ma se tu mi scarti a priori non ci stiamo. Tanto io quanto Luciano, quanto Ragni abbiamo dovuto lottare per imporci ma, vuoi sapere come è finita? Quando c’erano dei lavori complicati: Dal Monte, Ragni e Malagoli. Quindi.. e non è che gli altri fossero.. eravamo arrivati che il nostro reparto si fidava di noi, quindi avevamo raggiunto quello che volevamo…

con la pinza sapevo fare delle cose piuttosto importanti, che – non so se faccio bene a dirlo adesso… ma a cosa può servire; lo voglio dire perché fu una soddisfazione – che quando si trovano anche dei superiori con – come posso dire – con del garbo, con dell’attenzione: fa poi piacere non è che… allora stavamo facendo un lavoro importante, passava il capo officina, venne sotto la macchina, guardò il mio lavoro e disse “ ma qui lavorano tutti così?” – ed io da sindacalista non potevo parlare contro degli altri lavoratori, mi ripugna proprio non lo faccio – e allora dissi “sì, sì lavorano tutti così”; lui mi disse “sarà..”

Fu una bella soddisfazione, però non l’ho mai tirato fuori.”

Alla domanda su quale messaggio darebbe ai giovani, Gianni risponde: “– Non delegare. Partecipando e vivere in prima persona il… poi è chiaro non puoi essere dappertutto, però tu devi essere informato, sapere cosa succede e organizzarti. Organizzarti perché senza organizzazione non vai da nessuna parte, senza organizzazione sei perdente… perché loro sono organizzati. E sanno quello che vogliono. E la loro organizzazione del lavoro, la maggior parte passa sulle tue palle – spalle! Anche adesso. Come si fa andare a spiegare ai rider che quando vanno a casa da quel lavoro lì non hanno niente, non hanno pensione, non hanno… come si fa andare a spiegare? Terrificante. È chiaro che anche io quando non avevo un lavoro prendevo quel che c’era, ma la mia idea era un’altra, io lo sapevo bene che dovevo partecipare, dovevo organizzarmi, dovevo..” …”Perché io non ho ancora mollato l’osso, io partecipo ancora.”

E’ vero Gianni, fino all’ultimo non hai mollato l’osso della vita, dell’impegno. Quello che ci hai insegnato, cercheremo di metterlo in pratica, per un lavoro dignitoso e sicuro, per una memoria che insegni a vivere il presente e a costruire il futuro.

In nome tuo e delle centinaia di lavoratori e lavoratrici vittime dell’amianto, ma soprattutto vittime dell’avidità di profitto e della sciatteria di tanti, continueremo l’impegno per la ricerca, per la cura del mesotelioma, per liberare l’ambiente dall’amianto.

AFeVA ER, si stringe ai familiari ed agli amici e colleghi a cui porge le più sentite condoglianze.

Bologna, 27 dicembre 2020

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