Bologna, 6 novembre 2017
Comunicato Stampa
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IN-GIUSTIZIA per le vittime da amianto delle Officine Grandi riparazioni delle FF.SS.
Questa mattina presso il Tribunale Penale di Bologna si è concluso il primo grado di uno dei tre processi in corso legati ai decessi da amianto alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Bologna.
Attorno alle ore 11.00, di fronte ad un’aula silenziosa nella quale erano presenti numerosi ex-lavoratori OGR, i delegati sindacali FILT-CGIL e l’Associazione AFeVA Emilia Romagna, il Giudice Mazza ha sussurrato la sentenza che assolveva gli imputati Franco Cataoli e Eduardo Cardini, rispettivamente l’uno responsabile della OGR di Bologna dal maggio 1975 al febbraio 1976, e l’altro responsabile del Servizio Materiale Trazione dal 1980 al 1987.
Si tratta di una sentenza per noi incomprensibile, basata sul comma.2 dell’Art.530 del CPP (nella sostanza “non ci sono elementi sufficienti per la condanna”), che ci lascia sbigottiti e arrabbiati di fronte alla evidenza dei fatti accaduti alle Officine nell’arco di 30 anni e oltre, delle testimonianze portate in sede processuale, delle attuali conoscenze epidemiologiche che hanno certificato la dimensione della strage, e delle conoscenze scientifiche di consenso che certificano la rilevanza di ogni esposizione nell’insorgenza delle malattie asbesto correlate, dell’aumento della probabilità di contrarre la malattia.
Passa l’idea che i responsabili delle Officine potessero derogare dalla loro responsabilità con atteggiamenti superficiali, inerti, e piegandosi ad un andazzo burocratico nel quale pavidamente si riteneva non ci fosse spazio per le decisioni necessarie alla tutela della salute dei lavoratori.
Questi comportamenti andavano sanzionati, e dovevano essere sanzionati nel processo. Se questo non è avvenuto, si deve aprire una riflessione collettiva su cosa non ha funzionato nella dinamica processuale.
I familiari, i colleghi delle vittime dell’amianto, non cercano vendetta nei processi, verità e giustizia sì.
Sono tutti i cittadini ad avere diritto ad una verità che deve essere storica, ma anche giudiziaria e processuale.
Noi non ci rassegniamo, continueremo ad agire la nostra richiesta di verità e giustizia in tutte le sedi, comprese quelle giudiziarie.
Ci riserviamo inoltre di esaminare attentamente le motivazioni della sentenza di oggi, al fine di trarne le dovute conseguenze.
Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna (AFeVA ER)
Bologna, 6 novembre 2017
vedi la notizia su Rassegna Sindacale
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