Si terrà il 31 maggio l’udienza della Consulta per valutare se l’imprenditore svizzero dell’Eternit può essere processato per omicidio volontario delle vittime dell’amianto.
Saranno ascoltati anche l’Avvocatura di Stato per il Governo, il Comune di Casale Monferrato e altri del circondario, l’Associazione Famigliari e Vittime Amianto (Afeva) e Cgil di Casale, rappresentati dai loro avvocati.
Stephan Schmidheiny si è appellato al principio «ne bis in idem»: non si può processare due volte una persona per gli stessi fatti; Schmidheiny era stato condannato in primo grado e in appello del cosiddetto “Maxiprocesso Eternit”, mentre la Cassazione di Roma ha cassato il processo per prescrizione. Ma il capo d’imputazione del nuovo processo è diverso dal disastro ambientale doloso, per il quale si sono avuti i tre gradi di giudizio conclusi in Cassazione il 19 novembre 2014.
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